Birra artigianale e birra industriale. Perché questa distinzione? Dove sta la differenza?
Nel mondo degli appassionati di birra la distinzione tra birra artigianale e birra industriale è chiaramente percepita da molto tempo e spesso si colorisce in modo estremo: i buoni di qua (con la birra artigianale, ovviamente) e i cattivi di là (con la terribile birra industriale).
Ma per capire un po’ meglio il motivo della contrapposizione tra birra artigianale e birra industriale dobbiamo porci una domanda fondamentale: che cosa si intende per birra?
Una bevanda gialla e frizzante da bere ghiacciata per togliersi la sete? Qualche volta è sicuramente così!
Un fermentato di cereale? Beh, appare scontato, no?
Ma se ci si sofferma qualche istante in più a riflettere sulla vera essenza della birra si va molto più lontano e più in dietro nella storia.
Come nasce la birra?
La birra nasce come alimento, e la sua nascita è legata alla vita nelle fattorie, al duro lavoro di tutti i giorni, alle tradizioni dei popoli, alle feste e ai costumi.
Le materie prime, che sono pur sempre prodotti agricoli, vengono fusi insieme per creare una bevanda che, di volta in volta, ha un sapore diverso, perché diverso è il suo scopo e diversa sarà l’occasione in cui verrà consumata. E soprattutto diversi da qualsiasi altro sono il pensiero e le capacità di chi questa birra ha prodotto.
Tutto questo se ci si riferisce alla birra artigianale.
Al contrario la formula vincente di una birra industriale si trova nel portafogli di un consumatore inerudito o tutt’al più un po’ pigro, che si accontenta della bevanda gialla e un po’ amara da bere ghiacciata di cui si parlava sopra. L’industria mira alla massimizzazione dei profitti e questo purtroppo comporta l’appiattimento dei gusti e, perciò, conduce alla standardizzazione della domanda.
Questo vale sicuramente di più in un paese, come l’Italia, dove la tradizione vuole che la bevanda alcolica nobile sia il vino e dove la birra di qualità si sta affermando non senza fatica. Basta pensare che ancora adesso non è difficile trovare qualcuno che sostiene che in Italia nessuno sa fare bene la birra e bisogna andare all’estero per trovare prodotti di livello.
Vediamola dal punto di vista del birraio.
Il birraio artigiano è un artigiano che fa birra, ovviamente.
Mira a trasformare le sue idee in realtà, e profonde tutti i suoi forzi in questa direzione, rifiutando il più possibile i compromessi.
Parlando del prodotto in sé, perciò, si può intuire come la maggior differenza tra birra industriale e birra artigianale stia nel fatto che la prima tenderà ad essere poco impegnativa e noiosa, mentre la seconda ogni volta una scoperta, nel bene o nel male, a seconda di chi la fa.
Le eccezioni, al solito, confermano la regola.
Come con la musica: c’è chi si accontenta di quello che passa la radio. C’è chi invece scava e va in cerca di suoni speciali e diversi. E più scava e cerca, più il suo gusto si affina.
Ecco, con la birra è un po’ la stessa cosa.
Una questione di qualità
Molti sostengono che la vera distinzione sia da fare partendo dal concetto di qualità: quindi esistono birre di qualità e birre scadenti.
Nella maggior parte dei casi sarà più semplice trovare qualità in un prodotto realizzato perseguendo la perfezione attraverso la selezione delle materie prime, il rispetto delle regole produttive e l’affinamento progressivo delle capacità tecniche, piuttosto che in uno il cui valore sta nel basso prezzo. E siamo sinceri, il prezzo di alcune birre che troviamo al supermercato ci fa venire qualche dubbio su che cosa ci sia dentro.
La qualità, dunque, viene perseguita attraverso la costante ricerca di mettere un’idea nel bicchiere: la birra artigianale molto spesso racconta la storia di chi l’ha ideata e prodotta, degli ingredienti, spesso legati ad un particolare territorio, tutto in chiave autentica. La birra prodotta dall’industria poche volta regala emozioni, essendo sostanzialmente un bene di consumo di massa.
La distinzione ha senso se si guarda allo scopo per cui la birra viene prodotta: l’artigiano è un appassionato, un romantico, una persona che ha un messaggio da esprimere e ha trovato una forma per farlo, la birra. E questo prescinde dalla strumentazione di cui dispone.
Lo sappiamo benissimo che la birra artigianale è cara. E in futuro parleremo anche di questo aspetto.
Però sappiamo anche che la qualità dovrebbe essere preferita alla quantità, oppure no. Insomma, è una questione di scelta.
Ma l’argomento è ben più complesso e ci riserviamo di parlarne ancora molto presto, soprattutto in riferimento ad alcuni aspetti produttivi come la pastorizzazione.
Per ora chiudiamo il discorso ricordando uno degli episodi più curiosi della guerra tra birra artigianale e industriale. Il fatto è avvenuto qualche anno fa, quando la Budweiser ha realizzato e fatto passare durante il Superbowl (forse uno degli spazi pubblicitari più costosi nel mercato pubblicitario USA) uno spot in cui si sottolineava la differenza tra artigianale e industriale. La birra industriale (da bersi rigorosamente in bottiglia) rivendicava la sua semplicità contrapponendosi agli hipster fighetti che annusano e degustano (dissezionano) le loro birre artigianali. Lo spot è divertente e mostra che, almeno in America, il mondo della birra industriale comincia a guardare con preoccupazione alla diffusione della birra artigianale e inizia a temere di perdere quote di mercato.