Pale ale, la birra pallida della Gran Bretagna
Nella moltitudine di stili di birra esistenti, la pale ale è uno dei più amati e bevuti al mondo.
Ma cosa si cela dietro a queste due parole? Come al solito, proviamo a vederci più chiaro, partendo proprio dal nome: pale ale.
Pale Ale, solo una birra bionda?
Ale semplicemente è la parola inglese per dire birra. Più nello specifico, però, indica le birre ad alta fermentazione (con beer invece s’intende una birra a bassa fermentazione). Quindi già abbiamo intuito un dettaglio in più di questo stile: una pale ale è una birra ad alta fermentazione.
Poi c’è il termine pale, che tradotto significa pallido, chiaro.
Perciò a conti fatti, si potrebbe desumere che una pale ale è nientemeno che la nostra famigerata birra bionda.
Ma in realtà non è esattamente così, se non altro per la storia che ha portato alla definizione dello stile, e per le varie declinazioni che dello stesso ormai oggi non si contano più.
Pale ale, la storia dello stile
Nel diciottesimo secolo, in Gran Bretagna, patria delle pale ale, la birra era generalmente scura, brown ale, mild e porter erano il nettare ristoratore che sgorgava a fiumi dalle hand pump dei pub di tutto il Regno Unito.
Con il rifinirsi della tecnica di maltazione, grazie al progresso tecnologico, successivamente l’industria birraria ha potuto usufruire di malti meno tostati e, di conseguenza, produrre birre chiare.
Da qui il termine pale, per la necessità di distinguere queste nuove birre dalle loro sorelle scure.
Quindi l’archetipo della pale ale è una birra chiara o, in alcuni casi, tendente all’ambrato, moderatamente amara e dal tasso alcolico contenuto ( 3-4 gradi alcolici) .
La Pale Ale oggi
Trovare questo genere di birre ormai è una sfida: la craft beer renaissance americana ha portato lo stile a identificarsi in birre più alcoliche ( 4,5-5,5 gradi alcolici), più luppolate e molto più profumate delle loro zie inglesi. Spesso questo sottostile è indicato come a.p.a. (American pale ale).
Lo stile subisce infinite variazioni, è viene aggettivato alla bisogna, indicando gli ingredienti particolari ( per esempio mango pale ale o coconut pale ale) o con specifiche rispetto all’aspetto, per esempio la modaiola juicy pale ale, fino ad arrivare ad ossimori come la black pale ale.
Dritta, la pale ale del BAV
Dritta, e basterebbe dire questo per dire tutto: una birra semplice, chiara (solo malto pale), amara e profumata (Chinook e Centennial) ma non troppo, con note fresche di fieno e limone. Ma in realtà nel nome c’è tutta la sua indole di birra da bere e ribere.